martedì 24 aprile 2012

La telefonata di Roberto P.

Una delle cause scatenanti che mi ha convinto definitivamente nella mia decisione di partire è stata “la telefonata di Roberto P”. Sì perché ogni mattina, dopo circa un quarto d’ora che mi sono posizionata alla mia scrivania, suona il telefono, rispondo, e dall’altra parte sento dire:”Sono Roberto P., buongiorno. Mi passa Davide?”. Tutte le mattine. Ho iniziato ad odiare Roberto P…. Scusa Roberto, in realtà non odio te, odio quello che rappresenti per me e nella mia vita: la monotonia di quei gesti che diventano meccanici fatti ogni giorno all’infinito. Vi è mai capitato di ripetere tutti i giorni qualcosa tipo chiudere la finestra della camera ed uscire di casa, tanto da dimenticarvi una volta arrivati al lavoro se oggi l’aveste fatto oppure no? I giorni uguali si confondono tra loro... E se per qualcuno questa rassicurante ripetitività è simbolo di stabilità e sicurezza e non pone punti di domanda nel futuro, a me piano piano logora…

Ed oggi quando ancora rispondo e sento la fatidica frase, la prima cosa che penso è “Sì sono convinta!” E’ diventata la mia conferma giornaliera che mi ricorda da cosa ho la possibilità di fuggire. Oggi posso solo dire Grazie roberto P.! Senza di te non avrei mai capito!

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